I Måneskin e Manuel Agnelli: perché la cover di “Amandoti” dei C.S.I. è stata fondamentale.

I Måneskin e Manuel Agnelli hanno creato con questa cover il mix giusto per alimentare un fenomeno ormai diventato virale.

I Måneskin e Manuel Agnelli: perché la cover di “Amandoti” dei C.S.I. è stata fondamentale.

Che i Måneskin fossero una realtà già esistente e seguita dai più giovani lo sapevamo. La loro partecipazione a X-Factor aveva già garantito a questi artisti poco più che ventenni una visibilità da far invidia a molti “colleghi” più affermati. Nonostante questo, per consacrarli definitivamente alla storia, in Italia è necessaria una vittoria sul palco del Festival di Sanremo, la cui edizione 2021 ha portato con sé non poche polemiche che, francamente non giudico del tutto ingiustificate.

Sanremo a tutti i costi

Con uno slogan che può annoverarsi tra meno riusciti della storia della televisione italiana, “la musica che non si ferma mai” della kermesse sanremese più attesa dell’anno (dicono) è partita ignorando lo stop imposto a tutte le altre realtà di spettacolo presenti sul territorio italiano. Un Festival di Sanremo “a tutti i costi” in cui i Måneskin sono stati una boccata d’aria fresca.

I limiti legati alla loro inesperienza a mio avviso sono da giustificare. Sono artisti evidentemente acerbi e come tali vanno valutati. Gli si deve anche perdonare la poca umiltà con cui hanno esibito la loro vittoria, hanno vent’anni e (grazie a dio) sono entusiasti ed irruenti. Naturalmente è necessario anche tener conto che, in fondo, dobbiamo anche razionalmente accettare che l’umiltà non è mai stata una delle caratteristiche salienti né del rock in sé, ne di chi lo ha praticato.

Il rock è vivo, il rock è morto?

L’approccio dei Måneskin è squisitamente pop/rock, confezionato ad arte ed incipriato a dovere, ma pur sempre rock. Gli atteggiamenti sfoggiati sul palco, studiati con attenzione e riprodotti con maestria, sono quelli dei trasgressivi anni ‘70, con la differenza sostanziale (e non trascurabile) di aver subito un adattamento al mezzo e al linguaggio televisivo. In effetti sono la TV ed il video i mezzi più congeniali alla loro generazione, e si vede. Hanno imbastito una performance musicale che trae ispirazione dal rock e da tutto l’immaginario tradizionalmente legato ad esso,  che si innesta perfettamente nel mezzo televisivo. Questo ha permesso alla loro esibizione di coinvolgere il pubblico al punto che, nei giorni scorsi, non si parlava d’altro. Per approfondire, trovate un interessantissimo articolo scritto da Cristiano Godano dei Marlene Kuntz e pubblicato su Rolling Stones che parla più ampiamente di aspetto.

I Måneskin e Manuel Agnelli: il perché della cover di “Amandoti”

Lo spettacolo che offrono i Måneskin è incentrato su un’immagine di forte impatto. Il look infatti è un’elegante esplosione di glitter glam e trine new romantic: la mente corre immediatamente a Ziggy Stardust, ma siamo in Italia, a Sanremo, e la tutina brillante di swarovski sfoggiata durante la finale è più coerente riferirla a Renato Zero.

Ma cosa sarebbe stata la loro “Zitti e buoni” senza la cover dei CCCP “Amandoti” realizzata da Måneskin e Manuel Agnelli?

Ho sentito parecchie voci polemiche in merito all’esibizione dei Måneskin e Manuel Agnelli, leader degli AfterHours e coach premuroso della band, nata dalla volontà della giovanissima bassista Victoria De Angelis.

Sono stati ampiamente criticati per l’arrangiamento inadatto alla natura malinconica del pezzo, la voce del leader e cantante dei Måneskin Damiano David è stata aspramente giudicata come “troppo graffiante”. Tutte considerazioni di natura pseudo-tecnica rese giustificative dello scarso valore della band e in seconda istanza, della scarsa qualità della performance.

Com’era prevedibile, le micce che hanno reso virale il video dell’esibizione sono state accese da chi è cresciuto con la versione originale dei CCCP di Amandoti. Questo è il risultato ottenuto grazie a due elementi fondamentali, strategicamente dosati e miscelati: un marketing preciso e puntuale e il carisma esplosivo dei due performer. E’ con un’operazione di scaltro marketing, infatti, che è stato creato il ponte di collegamento tra la Generzione X e quella attuale, proponendo sul palco un pezzo che avrebbe certamente creato questa bagarre. Grazie alla regola d’oro “che se ne parli bene o male, basta se ne parli” sono stati conquistati due importanti obbiettivi: l’affermazione di una nuova e giovane band e il rilancio dell’immagine di Manuel Agnelli e degli AfterHours.

I Måneskin e Manuel Agnelli: il perché della cover di “Amandoti”

Rivelatore è il fatto che uno dei termini più ricercati su Google la prima settimana di Marzo, con oltre quattro milioni di ricerche totali, è “Måneskin”.

Un successo, e non solo di marketing

Andando a fare un’analisi prettamente emozionale, la performance resa dall’esecuzione di “Amandoti” è un’esplosione di pathos. L’esibizione è stata adrenalinica, potente ed erotica, senza via di scampo. Complice quell’arrangiamento tanto criticato, il dinamismo della regia e l’infinito carisma del duo, impegnato in un gioco di sguardi sensuali che si interrompono appena prima dell’acme.

I Måneskin e Manuel Agnelli: il perché della cover di “Amandoti”

Alla prima visione, la sensazione che si prova è di completo smarrimento. Sono necessarie almeno un paio di “repliche” per poter tornare con i piedi sulla terra e parlare dell’esibizione in modo minimamente distaccato e critico. Manuel Agnelli live è un concentrato di fascino per le quarantenni figlie degli anni ’90, mentre Victoria De Angelis e Damiano lo sono per le nuove generazioni. La verità è che i maneskin e manuel agnelli insieme sul palco hanno catturato un target di pubblico di età compresa tra i 16/20 e i 50 anni, di qualsiasi sesso. Se non è un’operazione riuscita questa!

Torna agli articoli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *